Il presidente di Unionfidi Pietro Mulatero parla di banche e di aziende italiane in questa intervista, rilasciata qualche settimana dopo la caduta di Eurofidi, che mette in discussione il sistema di garanzie mutualistiche tra aziende che sostiene una grande fetta del credito alle imprese italiane.

Stiamo lentamente tornando ai livelli pre-crisi.

E’ cauto il presidente di Unionfidi Pietro Mulatero nel commentare la crescita di Unionfidi, che dopo il crack di Eurofidi è diventato il quinto Confidi Italiano.

Importanti i numeri, che parlano di oltre 600 milioni di euro di garanzie erogate alle imprese, che hanno generato 1 miliardo e 300 milioni di euro di prestiti alle imprese.

Unionfidi ha oltre 15.000 soci ed è un Confidi di matrice confindustriale. I Confidi sono estremamente importanti per il sistema creditizio italiano, perché hanno la funzione di semplificare l’accesso al credito delle imprese, fornendo garanzie e consulenza. Complessivamente, i Confidi italiani forniscono garanzie per 17 miliardi di euro, che consentono l’erogazione alle imprese di 38 miliardi di prestiti, una liquidità determinante per garantirne l’agilità negli investimenti e l’ammortizzatore necessario nei momenti complessi. Come gli ultimi 8 anni.

“Prima del 2008 – spiega Pietro Mulatero, presidente Unionfidi –  la composizione delle garanzie che abbiamo fornito copriva prestiti per il 60%  a lungo termine e per il 40%  a breve. Questo stava a significare che la maggior parte delle imprese che chiedevano un prestito con la nostra garanzia, che copre mediamente il 50%, lo faceva per investimenti e non per  capitale circolante.”

Una tendenza che negli anni di crisi ha fatto cambiare la composizione dei prestiti che le aziende chiedono attraverso Unionfidi.

“Durante la crisi solo il 30% delle richieste era per investimenti, il resto era sul breve, per coprire esigenze immediate”

E nel 2015?

“Abbiamo assistito ad una lenta  inversione di tendenza. La direzione è quella, anche se ci arriviamo troppo lentamente”

Cosa rallenta la ripresa?


“I fattori sono complessi e posso analizzare solo quelli che mi competono direttamente – spiega Mulatero – ma posso ridurli a 3 fattori principali. Il primo è sicuramente la crisi economica, che è però un fattore esogeno. Endogene al sistema del credito sono le altre due cause: la durezza eccessiva delle norme di Basilea 4 e la cosiddetta bancabilità delle aziende italiane”

Basilea 4?

“Basilea 4 è molto, molto impegnativa per le aziende e per le banche. Mette dei paletti troppo severi, prova ne sia che gli Stati Uniti d’America  devono ancora adottare Basilea 2.”

E le aziende italiane?

“Purtroppo molte piccole  aziende non hanno la capacità di presentarsi bene nei confronti delle banche. E’ una questione anche di mancanza di cultura imprenditoriale, si pensi, ad esempio, alla elaborazione di business plan e budget pluriennali. In questo senso ci capita molto spesso di lavorare molto con l’azienda su questo aspetto prima di presentare una richiesta di credito”.

Il fallimento di Eurofidi ha scosso il sistema, era un gigante. Cosa pensa del futuro dei Confidi?

“I confidi si basano sul principio di mutualità. Sono le aziende, che sono socie, a darsi vicendevolmente un supporto attraverso i confidi. E’ un modello che funziona, anche se la lunga crisi economica che ha caratterizzato questi anni sta mettendo a dura prova la solidità di questo modello e del mondo dei confidi.

unionfidi

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Gianluca Orrù è scrittore, giornalista, produttore televisivo. Presidente di Tekla Television, fondata nel 2008, è alla quotidiana ricerca di belle storie da raccontare. Si appassiona di qualsiasi cosa abbia un minimo contenuto tecnologico, artistico, enogastronomico. Tifa per il Made in Italy e gli piacciono le cose difficili.

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