Porada è un marchio che da 50 anni è presente al Salone del Mobile di Milano. 90% di export, verso Inghilterra e Giappone principalmente, per prodotti finiti uno per uno dalle mani di abili artigiani.

porada

 

Da 50 anni al Salone del Mobile per rappresentare il Made in Italy nel mondo. Questa è Porada, azienda leader in Brianza e nel mondo, guidata dalla famiglia Allievi e ho avuto l’occasione di parlare con Bruno Allievi, uno dei fratelli che guida il brand italiano.

Bruno Allievi, Porada

Presente alle fiere di Kiev e di Mosca, Porada lotta quotidianamente contro la contraffazione. Ho chiesto qual è il segreto per vincere in un mercato come questo.

La produzione semi-industriale, ovvero il Made in Italy più Made in Italy che c’è. Produrre scocche, frames e dettagli con le macchine e finire tutto artigianalmente.

Qual è il materiale che meglio di altri garantisce dalla contraffazione?

Il Legno Massello, che è vivo e vegeto mentre viene lavorato, che viene fatto invecchiare come il vino a temperatura controllata, che viene trattato con delicatezza e dolcezza per fargli assumere le forme del design e il disegno delle menti dei progettisti, destinato a entrare nelle case di tutto il mondo.

La voce di Roberto Allievi è tranquilla. Preoccupata ma sicura. Mi ha accolto con Laura Allievi, la nipote, che si occupa della comunicazione dell’azienda di famiglia ed è un’autrice di Sky. La creatività è nel DNA

C’è poca difesa del Made in Italy, in giro per il pianeta. L’artigianato come destinazione ultima di ogni progetto di disegno industriale, l’artigianato rende il prodotto finito irripetibile, solo grazie al legno.

L’Azienda è nata nel 1948, dal 1968 ha cominciato a progettare e costruire oggetti per l’arredamento in legno massello, che presto diventa il carattere distintivo di ogni elemento Porada.

Per vincere all’estero, parole loro, l’ideale è fare squadra, collaborare tra imprese italiane. Il contract è la destinazione finale. Progetti per grandi alberghi, arredamenti per uffici incredibilmente spaziosi.

Venendo ai prodotti.

Il più interessante (e più venduto) è il tavolo Infinity, del designer BIGI scoperto proprio da Porada e lanciato sul mercato internazionale come un astro nascente.

Il tavolo Infinity di Porada

e la sedia più venduta di Porada si chiama Ester

La sedia Ester di Porada

Starei a parlare per ore, seduto su una comoda sedia Porada, in un ambiente, il loro showroom, che trabocca di linee meravigliose. Arriviamo al succo del discorso.

Per proseguire la tradizione Porada c’è bisogno di Artigiani. Senza quelli, siamo uguali a tutti gli altri. Per questo la scuola d’arte di Cabiate (che sostengono) è importante, per formare artigiani in grado di “leggere” il progetto e migliorarlo. Non sempre un disegno è realizzabile, va perfezionato dall’artigianalità.

Per questo Porada organizza e promuove il concorso internazionale di design con il Politecnico di Como, che è alla terza edizione e che ogni anno premia i migliori 3 progetti in collaborazione con ADI, l’associazione per il Disegno Industriale italiano.

300 partecipanti e una giuria di qualità garantiscono la qualità del progetto, da cui però non ci si può muovere senza l’intervento degli artigiani, che modificano e ottimizzano il progetto grazie alla grande esperienza nel maneggiare e finire i prodotti.

Al Salone del Mobile Porada lancerà una nuova linea per la zona notte e 20 nuovi prodotti, per stupire ancora il mondo come da 50 anni.

Porada vi aspetta allo stand C10 del Padiglione 5 dal 14 al 18 aprile 2015 a Rho Fiere per il Salone Internazionale del Mobile.

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Gianluca Orrù è scrittore, giornalista, produttore televisivo. Presidente di Tekla Television, fondata nel 2008, è alla quotidiana ricerca di belle storie da raccontare. Si appassiona di qualsiasi cosa abbia un minimo contenuto tecnologico, artistico, enogastronomico. Tifa per il Made in Italy e gli piacciono le cose difficili.

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