La variante 200. A Torino sono state gettate le fondamenta della maxi-trasformazione che terrà impegnata l’amministrazione nei prossimi anni e che ha preso il nome di «Variante 200»: una delle riconversioni più grandi in Italia, con oltre 900mila mq di aree in gioco, in gran parte pubbliche, concentrate nel quadrante nord-est della città.
Il masterplan definitivo, corredato dal business plan, è stato depositato in Comune e presentato alla Città: ora passerà al vaglio del Consiglio ed entro la primavera dovrà essere approvato insieme alla variante strutturale al Piano regolatore generale. Il corposo lavoro è stato realizzato dal raggruppamento ToMake!, guidato dalla società torinese RecchiEngineering e vincitore di una gara internazionale lanciata da Palazzo Civico nel 2012. Il team, di cui fanno parte fra gli altri gli architetti olandesi Architekten Cie, lo studio torinese Tra di Matteo Robiglio e Mesa, la società di Fabio Micelli, riunisce competenze molto diverse fra loro: per questo, spiega Emanuela Recchi: «l’approccio con cui sarà sviluppata la variante è multidisciplinare e innovativo e s’ispira a concetti quali innovazione, flessibilità, sostenibilità e sviluppo incrementale».
Gianluca Orrù
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