Max Levchin, c’è chi lo descrive come il più silenzioso degli uomini potenti della Silicon Valley. Chi lo considera l’unico vero genio matematico della PayPal Mafia. E chi, a bassa voce, insinua che sia ancora lui a custodire la chiave di un potere distribuito tra banche digitali, piattaforme di credito e reti di dati che incrociano le vite di milioni di persone.

Nato a Kiev nel 1975, cresciuto a Chicago, Max Levchin è la quintessenza dell’immigrato di successo: genio informatico, hacker etico, co-fondatore di PayPal insieme a Peter Thiel ed Elon Musk. Ma se questi ultimi due hanno riempito titoli di giornale e talk show con provocazioni e duelli pubblici, Levchin ha preferito restare nell’ombra, a tessere una rete di algoritmi, investimenti e alleanze.

La PayPal Mafia — Non solo un nomignolo

Quando nel 2007 un articolo di Fortune li fotografò in giacca gessata e cravatta, come gangster italoamericani, l’etichetta «PayPal Mafia» divenne un meme di Wall Street. Ma dietro quella posa da film si nascondeva (e si nasconde ancora) una rete di influenza reale: LinkedIn (Reid Hoffman), YouTube (Chad Hurley), Palantir (Thiel), Tesla e SpaceX (Musk), Affirm (Levchin). Aziende diverse, ma con radici comuni e scambi di investimenti incrociati, consigli di amministrazione condivisi, contatti politici e finanziari.

Qualcuno, nei corridoi di Sand Hill Road, racconta di cene riservate, di strategie coordinate per frenare competitor scomodi e di regole non scritte: mai tradire un fratello della Mafia, mai esporsi senza avvertire gli altri.

Affirm — L’anello di credito del club

Nel 2012 Levchin lancia Affirm, una startup per rifare da capo il credito al consumo: «Buy Now, Pay Later» senza commissioni nascoste, con algoritmi di valutazione etici — almeno sulla carta. La IPO nel 2021 è stata un successo, ma anche una conferma che la PayPal Mafia non ha mai smesso di riscrivere le regole della finanza digitale.

In molti vedono Affirm come un tassello in un mosaico più grande: una piattaforma di debito che, insieme a Tesla, Palantir, Stripe (altro feudo di ex PayPal), forma un ecosistema di dati, microtransazioni e profiling di utenti. Un incrocio perfetto tra tecnologia, comportamento di spesa e marketing predittivo.

L’oracolo silenzioso

A differenza dei “mafiosi” più noti, Levchin non cerca microfoni. Non twitta insulti, non investe in razzi o fa politica apertamente. Ma chi lo conosce racconta di meeting riservati nei ristoranti di San Francisco, di imprenditori in fila per avere venti minuti del suo tempo, di righe di codice ancora controllate di persona.

Fu lui a inventare il CAPTCHA, lo scudo anti-bot di internet. E ancora oggi non smette di predicare algoritmi: nel credito, nella privacy, nella sicurezza informatica. Una passione tecnica che, secondo alcuni, è anche una forma di controllo silenzioso su come spendiamo, risparmiamo e persino votiamo.

Un burattinaio dietro le quinte?

Chi è davvero Max Levchin? L’ingegnere ossessionato dalla matematica pura o l’architetto segreto di una rete di potere? La domanda resta aperta. Di certo, mentre Musk colonizza Marte e Thiel investe in candidati presidenziali, Levchin continua a scrivere righe di codice e a sussurrare decisioni a porte chiuse.

Nel club più esclusivo del capitalismo digitale, quello dei vecchi di PayPal, è lui a restare uno dei meno visibili. E forse, proprio per questo, uno dei più pericolosi da sottovalutare.