Il G7 Torino è il G7 dell’Economia. E’ cominciato e con esso anche i consigli per gli acquisti da parte di scienziati, professori universitari, esperti a vario titolo dell’economia. Il tema del G7 fortemente voluto dal ministro per lo sviluppo economico Carlo Calenda è votato, almeno nello spezzone Multistakeholder, alla dispersione tecnologica e alla disseminazione delle grandi innovazioni di Industria 4.0 e Open Data verso le piccole medie imprese.

Ovvero: come fare in modo che anche aziende da 15 dipendenti possano trarre beneficio dai Big Data e dal controllo di produzione.

La domanda è difficile e la risposta è in parte scontata e in parte interessante. Per lo meno quella che ha dato Alfonso Gambardella, Professore di Corporate Management dell’Università Bocconi di Milano, che si è posto questa domanda nel key note speech della Multistakeholder Conference del G7 dell’Economia di Torino del 2017.

Il tema della prima sessione del G7 Multistakeholder, dedicato agli imprenditori e agli specialisti di ICT, è stata focalizzata su come condividere gli avanzamenti tecnologici che sono attualmente disponibili per le grandi aziende anche per le Piccole Media Imprese (SME in english). Quindi: dai Big Data all’uso sempre più ampio e diffuso delle ICT all’interno del sistema impresa.

Le Piccole e Medie Imprese affrontano le sfide della contemporaneità e dell’accesso al mercato globale con un occhio che guarda all’e-commerce e un altro che guarda al miglioramento della propria efficienza.

Ma le SME non hanno la stessa bocca di fuoco delle grandi aziende. I problemi che affrontano sono maggiori quando devono imbracciare nuove competenze per cogliere le sfide che le attendono.

Riuscire ad accedere a queste tecnologie è possibile solo se i governi stimoleranno le potenzialità di trasferimento tecnologico delle università e delle organizzazioni di ricerca per aprire l’innovazione, open innovation (in questo caso fatta dallo stato), verso l’esterno. 

Però c’è un ma. Il ma è la formazione del personale, le capacità manageriali di chi gestisce le piccole e medie imprese, ed è proprio quella la sfida: tra innovatori e conservatori DENTRO le imprese, tra buoni governi e cattivi governi per gli stimoli che dovranno mettere in campo per mettere in grado le piccole e medie imprese di competere a livello globale.

Alfonso Gambardella, autore del key note speech, ha citato come esempio una case history di innovazione interna a una società, guidata dalla lettura dei dati.

Si parlava della LEGO, quella dei mattoncini. I dati hanno previsto e evidenziato che i ragazzi amano i lego più delle ragazze, infatti l’85% dei lego sono acquistati proprio da ragazzi.

Il CEO di Lego, invece di desistere e accettare che i ragazzi amino i lego più delle ragazze, ha sviluppato un nuovo prodotto per loro, Lego Friends, dopo aver esaminato e cercato di intuire perché le ragazze non amassero i lego quanto i ragazzi.

Cosa abbiamo imparato: i dati evidenziano tendenze nel business

Di Cosa abbiamo bisogno: di creatività dei manager e di capacità di leggere grandi moli di dati.

Ma come si possono ottenere queste competenze nelle SME? E’ possibile per una SME agire come la Lego?

Ecco la ricetta di Alfonso Gambardella:

  • Abilità di analisi tecnica del business – servono competenze nel management
  • creatività manageriale – servono competenze nel management
  • un metodo scientifico per il manager – servono competenze nel management

Insomma il punto centrale dell’intervento di Gambardella è proprio votato a una nuova educazione manageriale.

Le risposte secondo Gambardella su come creare queste competenze?

Politica della domanda. Pubblicare i dati dei servizi, delle tendenze, in modo che tutti possano consultarli e ragionarci sopra.

Disrupt del settore della formazione. Il governo deve incoraggiare le aziende di consulenza, di formazione, le università  promuovere corsi di massa per la formazione della popolazione GRATUITI, in modo da formare e riformare una grande parte della popolazione interessata. Così, con il mercato che sceglierà i corsi migliori in una sana competizione di qualità, coltiveremo una generazione di piccoli imprenditori che avranno la dimestichezza a maneggiare i dati, a leggerli, e saranno più preparati ad affrontare le sfide quotidiane.

Chissà se uno dei tanti candidati premier in Italia stava ascoltando?

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Gianluca Orrù è scrittore, giornalista, produttore televisivo. Presidente di Tekla Television, fondata nel 2008, è alla quotidiana ricerca di belle storie da raccontare. Si appassiona di qualsiasi cosa abbia un minimo contenuto tecnologico, artistico, enogastronomico. Tifa per il Made in Italy e gli piacciono le cose difficili.

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