Ne hanno parlato diffusamente al primo festival della criminologia, perchè il furto di dati, i crimini informatici e le cyberguerre tra stati, da trama di film pseudofantascientifici stanno diventando attualità molto concreta.

Sabato 5 Novembre 2016 presso il Circolo della Stampadi Torino, Simone Malcangi, ethical hacker di Betacom, primaria società IT, ha affrontato con alcuni protagonisti del settore uno dei più inquietanti risvolti della tecnologia contemporanea, ovvero la capacità di alcuni individui di danneggiare, di impossessarsi, di utilizzare per propri fini le informazioni e i dati in possesso di privati cittadini o imprese allo scopo di guadagnare illegalmente.

Il Convegno organizzato in occasione del primo Festival della criminologia si è chiamato White Hat vs. Black Hat – La battaglia contro il Cybercrimine ha nuovi eroi, ed in effetti di battaglia si è parlato diffusamente negli interventi dei relatori.

Il protagonista è stato Simone Malcangi, Ethical Hacker di Betacom, che è partner dei più grossi player di mercato nazionali in quanto esperto di Network aziendali e Security Evangelist e gira l’Italia per promuovere le buone pratiche di sicurezza informatica.

Presente all’incontro anche Alfredo Robusto, Responsabile IT di Reale Mutua Assicurazioni, che ha raccontato le sfide quotidiane di una grande azienda quando deve avere a che fare con  Possiede skill poliennali come Information Security Manager nei processi tipici della “SGSI”, il Sistema di Gestione della Sicurezza delle Informazioni.

Presente anche Filippo Novario, Consulente Informatico Forense e esperto di sicurezza informatica. Docente di Informatica Giuridica e Forense presso università italiane e straniere è anche ricercatore in Cyber security a livello internazionale.

Betacom, azienda in forte crescita nel settore della Security IT, organizza e promuove la cultura della sicurezza dei dati e delle reti informatiche dai malintenzionati, che possono rubare i vostri account e i vostri codici delle carte di credito, ma anche i dati e la contabilità della vostra azienda. La società ha un blog, che si occupa di raccontare queste ed altre storie nel campo dell’information technology. Da non perdere.

Un team di esperti in cybersicurezza che si è riunito per parlare di un fenomeno silenzioso e letale: il Cybercrimine.  

Un tipo di criminalità che frutta più soldi di una rapina in banca, per lo meno a chi lo sa fare. Ci aspetta un futuro apocalittico? Forse, ma solo se i “buoni” perderanno la battaglia. I più grandi professionisti di Offensive Security sono qui per aiutarvi e consigliarvi. Lavorano costantemente per garantire la vostra e la nostra sicurezza. Stiamo parlando degli Ethical Hacker, dei Security Evangelist, dei White Hat. Gli angeli custodi che proteggono voi, i vostri dati, la vostra identità e il vostro conto in banca.

White Hat vs. Black Hat. I Buoni e i Cattivi che si affrontano in una guerra senza esclusione di colpi. Gli Hacker contro gli specialisti di Offensive Security. Strategie, armi e strumenti di difesa dei dati. Ma da dove deriva il termine White Hat, Black Hat e Grey Hat?

betacom

Il termine deriva dal far west, quando i cappelli bianchi erano i buoni, cacciatori di taglie e sceriffi, mentre i black erano i cattivi, rapinatori e banditi fuorilegge. Ad oggi la definizione non cambia molto, anche se i crimini che compiono i black hat sono informatici.

Sono quei crimini come il furto di identità online, l’installazione di malware sul vostro computer per farlo diventare uno zombie e partecipare (a vostra insaputa) ad attacchi informatici dall’altra parte del mondo, fino ai casi di ransomware, ovvero interi database e dati di un’azienda o di un privato resi inaccessibili da un Black Hat che, in cambio di una ricompensa di svariate migliaia di euro, li “libera”.

Poi ci sono i White Hat, i buoni, gli ethical hackers e professionisti di offensive security, che lavorano con le aziende per scoprire in anticipo i problemi di una macchina o di un sistema e far prendere al cliente le giuste decisioni per potersi rendere inattaccabile.

E poi ci sono i Grey Hat, che sono hacker non proprio buoni, ma neanche dichiaratamente cattivi. Sono programmatori o gruppi di azione che forniscono strumenti per il controllo delle persone o scoprono vulnerabilità di sistemi, ma che lavorano al soldo di potenze straniere spesso non proprio trasparenti sui diritti civili. Un esempio è l’azienda italiana Hacking Team, che fornisce sistemi per spiare e trackare le persone, garantendo di poterne spiare i comportamenti, a nazioni e forze di polizia di tutto il mondo. Un ruolo di preminenza, che l’ha messa sotto attacco da parte di altri hacker, come è successo lo scorso anno.

Che cos’è l’offensive security? Consiste nel valutare in modo molto accurato la reale vulnerabilità e penetrabilità di piattaforme complesse, quali infrastrutture di rete, portali ed applicazioni web e mobile, e nuovi futuri scenari di inquietante attualità. Molte aziende sono specializzate in questa branca dell’Informatica, e tra queste Betacom spicca per il suo team dall’esperienza pluriennale. Società specializzata nella progettazione, realizzazione ed integrazione di servizi informativi aziendali, è armata di un team di analisti professionisti nell’ambito delle reti e della sicurezza informatica.