Bill Clinton è stato dimesso ieri sera da una clinica del New Jersey, dove era stato ricoverato per una lieve complicazione legata a un’infezione urinaria. I medici parlano di una buona ripresa e fonti vicine all’ex presidente lo descrivono “vigile, determinato e ancora pienamente coinvolto nella politica americana”. A confermarlo è stata anche la sua ultima intervista a CBS Sunday Morning, andata in onda solo due giorni fa.
Intervistato dalla giornalista Tracy Smith, Clinton ha difeso con decisione l’ex presidente Joe Biden dalle accuse emerse nel libro Original Sin, firmato da Jake Tapper (CNN) e Alex Thompson (Axios). Il volume sostiene che i collaboratori più stretti di Biden abbiano nascosto per mesi i segnali di un peggioramento fisico e cognitivo, nel tentativo di portarlo alla rielezione contro Donald Trump.
“No. Non ho mai avuto un momento in cui ho pensato che non potesse più farcela,” ha dichiarato Clinton. “Abbiamo parlato a lungo. Era sempre preparato. Sempre sul pezzo.”
A chi gli chiedeva se avesse mai avuto l’impressione che Biden non fosse più in grado di guidare il paese, Clinton ha risposto secco: “Mai.” L’unica domanda che si è posto – ha aggiunto – riguardava la resistenza fisica: “Chiunque reggerebbe quel ruolo fino a 86 anni?”
Nel corso dell’intervista, Clinton ha anche spiegato di non aver letto Original Sin perché – a suo dire – il libro è stato usato come pretesto per scaricare su Biden la colpa della rielezione di Trump: “Credo che alcuni lo stiano usando per attribuire a Joe la responsabilità della sconfitta democratica. Ma non è giusto. Ha fatto un buon lavoro.”
Il tema della salute di Biden è tornato con forza al centro del dibattito pubblico nelle ultime settimane, anche dopo l’annuncio – lo scorso mese – della sua diagnosi: un tumore alla prostata in forma aggressiva. Un evento che ha riaperto i sospetti su quanto fosse davvero in grado di reggere il peso della campagna elettorale e della presidenza, soprattutto dopo il disastroso dibattito del giugno 2024 che ne ha segnato il ritiro dalla corsa.
Dopo il passo indietro di Biden, la vicepresidenza di Kamala Harris non è riuscita a evitare la vittoria di Trump, tornato ufficialmente alla Casa Bianca nel gennaio 2025. In questo scenario, le parole di Clinton assumono il tono di una presa di posizione chiara, forse tardiva, ma lucida: difendere Biden non significa negare i problemi, ma rivendicare il lavoro svolto in un contesto politico e umano durissimo.