Il nome stimola una certa curiosità vero? Niente a confronto a quello che è il messaggio di fondo degli “agricoltori simbiotici” e di Sergio Capaldo, veterinario e Presidente del Consorzio. L’abbiamo intervistato per saperne di più sul modello che c’è dietro questa “agricoltura virtuosa”.

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Sergio cosa vuol dire agricoltura simbiotica? La simbiosi è un’associazione tra più individui da cui ognuno trae beneficio. Ed è proprio partendo da questo legame esistente in natura che è nata l’agricoltura simbiotica. Si tratta di un nuovo metodo di coltivazione e di allevamento che si fonda sul rispetto e la valorizzazione della simbiosi tra gli attori della catena alimentare: la terra, gli animali e l’uomo. La terra è un microcosmo tanto grande quanto sconosciuto. Sotto i nostri piedi abitano miliardi di microrganismi come funghi e batteri che vivono in simbiosi con le piante.

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Cosa credi che debba essere cambiato nel processo agricolo e di ricerca sul cibo? Cosa dovrebbero fare l’Unione Europea e le istituzioni per migliorare la qualità di ciò che ingeriamo ogni giorno? Innanzitutto  mi sentirei di dire: da un lato più ricerca e sviluppo per favorire una ristorazione collettiva più sana e dall’altro educare ad un cibo che faccia bene e non danneggi il nostro corpo. Basta speculare sul cibo. Il prezzo nel food deve essere fisso e deve imporlo chi produce non chi compra. Il concetto di 3×2 dei grandi supermercati ad esempio è vergognoso perchè è difficile credere che a quei prezzi sia possibile conservare la qualità.

Qualche mese fa è partito un duro colpo al consumo delle carni? Cosa ne pensi? Penso che le proteine di origine animale non sono sostituibili, ragion per cui è necessario mangiare carne, ma carne di qualità. La catena alimentare non può essere spezzata da noi. Una delle cose che ribadisco spesso è questa: il selvatico, l’animale allo stato di natura è un serbatoio di malattie. La natura è matrigna per questo bisogna avere un pensiero illuministico nel quale l’uomo è al centro.

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Cosa vuol dire per te “Voler bene alla terra”? Voler bene alla terra vuol dire migliorare la fertilità del suolo e capire di cosa ha bisogno. Sopra ogni cosa la madre di tutte le battaglie concerne l’uso e lo sviluppo di batteri buoni contro batteri cattivi perchè solo così possiamo aiutare il suolo a liberarsi dai veleni e a favorire l’assorbimento di sostanze nutritive . “Adotta un microbo per amico” dico spesso ai miei interlocutori.

Grazie Sergio mentre mi serve un piattino con una buonissima carne cruda con olio di oliva.

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Antonella Vitelli

Social media strategist con laurea in filosofia, è stata addetta stampa per il Premio Letterario Grinzane Cavour. Freelance dal 2009, è esperta nello sviluppo di strategie di comunicazione sui nuovi media. In portfolio, campagne elettorali e gestione del profilo social di start up e aziende.

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