AAA cercasi prodotti genuini e locali. Risponde l’Alveare che dice sì! – Nel 1826 Anthelme Brillant-Savarin pubblicava il suo romanzo “La fisiologia del gusto”, un trattato divagante ed aforistico che mescola nozioni scientifiche, riflessioni filosofiche, aneddoti storici consigli e ricordi. Una delle citazioni più interessanti del libro recita “Dimmi ciò che mangi e ti dirò chi sei” (tratta dalla sezione “Aforismi del Professore per servire da prolegomeni alla sua opera e di base eterna alla scienza”). Grazie al lavoro di Savarin si è sviluppato un filone della saggistica dedicato alla psicologia delle abitudini e delle preferenze alimentari: ordinate cibi dello stesso tipo in maniera quasi maniacale? Probabilmente amate comandare e dettare legge; non sapete mai cosa scegliere dal menù? Quasi sicuramente siete persone timide ed insicure; avete l’abitudine di masticare con la bocca aperta, parlare con la bocca piena o “rumoreggiare”? Non sarà forse perché vi sentite superiori agli altri? alveare 2

E che dire di quelle persone che scelgono di consumare alimenti sani, biologici e locali?

Sembra quasi un concetto rivoluzionario, ma nel 2015 sono sempre di più i consumatori di prodotti bio. Forse siamo curiosi di riscoprire i sapori autentici e genuini degli alimenti, o forse ci spaventano gli attuali metodi di produzione intensiva. Avete mai assaggiato una melanzana coltivata nell’orto? Quel sapore amarognolo non ricorda affatto quello della verdura acquistata al supermercato, eppure le melanzane hanno proprio quel retrogusto!

Nel 2010, in Francia, viene fondato il movimento di The Food Assembly portavoce di un’idea e di un progetto ben preciso: creare un nuovo metodo per trovare e vendere i prodotti locali grazie al potere di Internet e dei social network. Così, nel 2011 nasce a Tolosa il primo Alveare, un piccolo mercato a km 0 della durata di due ore a settimana. In Italia, invece, il primo Alveare nasce a Torino nel novembre 2014: attualmente la rete di Consumatori, Produttori e Gestori conta 1700 utenti. “Il piacere per me è mangiare verdure raccolte al momento giusto, scambiare idee con le persone che le hanno curate, cucinarle e condividerle con chi mi sta vicino” (Guilhem Chéron, co-fondatore di The Food Assembly). farmer-657333_1920

Incubato da I3P del Politecnico di Torino nel settembre 2014 e confermata come start-up Innovativa nel dicembre 2015, l’Alveare che dice sì! entra definitamente a far parte della rete di Food Assembly unendo imprenditoria ed innovazione digitale nel tentativo di creare un modello di impresa sociale. La piattaforma di vendita online rende la comunicazione tra produttore e consumatore più veloce ed agevole: dal loro incontro si vengono a creare piccoli mercati temporanei, i cosiddetti Alveari.

Ma come lavora un Alveare? Come prima cosa è necessario che qualcuno (privato, associazione o azienda) decida di avviare un Alveare: ecco il Gestore. Successivamente, il Gestore avrà il compito di reclutare produttori locali presenti in un raggio di 250 km che mettano in vendita frutta, verdura, salumi, formaggi, pane e parallelamente i Membri interessati all’acquisto. Una volta raggruppati i primi 50 utenti, l’avventura dell’Alveare può avere inizio. Ogni settimana il Gestore dell’Alveare pubblica e propone ai suoi Membri una selezione di prodotti locali messi a disposizione dai Produttori che ne stabilisce prezzo e quantità minima da ordinare. Giunti al giorno della distribuzione, i Consumatori potranno ritirare i prodotti ordinati direttamente dalle mani dei loro Produttori.

“Per noi affidarsi ai prodotti locali vuol dire accettare e favorire le diversità delle produzioni agricole, delle specie, delle superfici, dei gesti e dei luoghi di distribuzione per rispondere alla diversità delle persone e dei loro bisogni”.

È interessante notare che, nonostante la globalizzazione alimentare e la cosiddetta “Mac Donalizzazione”, la popolazione sia sempre più attenta a ciò che acquista e consuma: per assurdo la tendenza all’omologazione nell’industria alimentare ha creato per reazione lo sviluppo di un’identità territoriale che spianano la strada a quei prodotti genuini e legati al territorio.

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