👉 C’è una Torino che sogna di diventare capitale verde e smart city.
Poi c’è una Torino che, tra petizioni, denunce, ricorsi e notti passate a presidiare cancelli, ricorda a tutti che un albero abbattuto non torna più indietro.
In questa seconda Torino milita Roberto Accornero, ospite dell’ultima puntata di Hic Sunt Somniatores.


🌱 Il caso Corso Belgio e la “mattanza gentile”

Tutto è cominciato — o meglio: è esploso — con un viale di aceri negundo lungo Corso Belgio.
Gli alberi sono vecchi, ma non tutti malati. Alcuni hanno 70 anni di storia, altri meno.
Il Comune di Torino decide: si abbattono tutti e si ripiantano nuovi alberi.
Secondo l’amministrazione è manutenzione, secondo i comitati come Salviamo gli alberi di Corso Belgio è una sostituzione indiscriminata.

Il giudice, interpellato dal comitato, certifica un nesso tra l’abbattimento massivo e l’aumento della temperatura urbana: fino a +2°C localmente, con effetti reali su salute e qualità dell’aria.

Risultato? Il taglio sarà diluito in cinque anni, non più in uno solo. Una vittoria parziale, ma «non sufficiente» — dice Roberto.


🦉 Il Meisino, l’oasi dimenticata

Non solo alberi di corso Belgio. Accornero è anche una delle voci di Salviamo il Meisino, riserva naturale alla confluenza di tre fiumi.
Un’area con aironi cinerini, ricci e centinaia di specie che rischia di perdere habitat a causa di un centro sportivo da 11 milioni di euro di fondi PNRR.

«Parlano di riqualificazione, ma si costruisce cemento in un’area esondabile e protetta. Hanno asfaltato prati per i giochi dei bimbi. E chiamano “riforestazione” il taglio di migliaia di pioppi…» — racconta Roberto.

Per fermare i lavori, gli attivisti hanno dormito sui cancelli, fermato le ruspe, raccolto firme e… collezionato avvisi di garanzia: 39 solo per lui e i suoi compagni.


🌍 Una battaglia di tutti, non di pochi

Dietro queste storie c’è un punto fermo: gli alberi urbani non sono un arredo, ma infrastruttura viva.
E sostituirli in blocco con piantine giovani non è solo una perdita di paesaggio, ma una riduzione immediata dei cosiddetti “servizi ecosistemici”: ombra, abbattimento di CO₂, regolazione del microclima.

Roberto Accornero non si definisce un leader, ma «un normale cittadino con la fortuna di avere radici sotto casa». Radici che ora vuole difendere a nome di tutti.


💭 Il sogno di Roberto

Alla fine della puntata, gli ho chiesto cosa sogna per la sua città.

«Sogno che le leggi per proteggere la natura vengano finalmente applicate. E che non siano solo sulla carta.»

Un sogno apparentemente banale. In un Paese come l’Italia, è un sogno rivoluzionario.


🤝 Come aiutare

I comitati Salviamo gli alberi di Corso Belgio e Salviamo il Meisino continuano a raccogliere firme, fondi per le spese legali e, soprattutto, volontari e voci.

Per saperne di più:
📌 Facebook: Salviamo il Meisino
📌 Instagram: @salviamoilmeisino
📌 Sito web e aggiornamenti sui prossimi presìdi.


💚 Per chi sogna città che respirano

Alberi, ricci, aironi, habitat. A volte basta un comitato di quartiere per ricordare a tutti che la vera ricchezza di una città non sono i grandi eventi.
Ma l’ombra di un vecchio acero in estate.

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Questo podcast è stato prodotto nello studio di registrazione e produzione di Tekla a Torino